INTRODUZIONE

Cerea!

Questo libro nasce dall’amore per Torino e dal desiderio di dare un contributo concreto affinché la città possa ritrovare il coraggio di sognare il suo futuro.

Negli ultimi anni abbiamo visto Torino allontanarsi dai grandi sviluppi internazionali, abbiamo visto molte attività produttive, grandi e piccole, chiudere i battenti o spostarsi altrove. Abbiamo visto impoverirsi l’offerta culturale e, soprattutto, abbiamo visto impoverirsi la popolazione: crescono i bisognosi e le persone che fanno più fatica ad arrivare alla fine del mese.

Di conseguenza, abbiamo visto una città che, dopo essersi rimessa a nuovo e portata alla ribalta internazionale sulla scia delle Olimpiadi Invernali 2006, ha trascurato se stessa. Sotto gli occhi di tutti, in tutti i quartieri, sono le buche nelle strade, le foglie secche non raccolte, i marciapiedi dissestati e la generale impressione di trascuratezza. Questa sciatteria rende più faticosa la vita per gli abitanti, delude i visitatori e non è affatto consona alla dignità reale della nostra storia.

Infine, abbiamo visto partire troppi giovani di buona volontà e belle speranze, tenendo in tasca buoni titoli di studio. Abbiamo visto arrivare da altrove troppe persone finite nella malavita della droga o della prostituzione in una città diventata troppo indifferente alla sofferenza. Tristemente, abbiamo visto troppe persone depresse, arrabbiate o rassegnate.

L’ultima amministrazione comunale, nata nel 2016 dal desiderio di cambiamento che molti hanno creduto di trovare in un sindaco dal volto giovane, ha deluso le aspettative, ha detto troppi no e non ha saputo rispondere ai bisogni di coloro che l’avevano eletta.

Troppe promesse non sono state mantenute, a partire dal recupero delle periferie che oggi si trovano sempre più povere ed abbandonate, mentre anche il centro ha perso il suo smalto ed ha visto aumentare solo il numero degli addetti alle multe per divieto di sosta. Si è infatti pensato principalmente a fare cassa, senza investire in progetti a lungo termine, né si è saputo cogliere le opportunità di ribalta internazionale come le prossime Olimpiadi Invernali o il concretizzarsi del progetto TAV.

Gli ultimi esperimenti politici che hanno riscosso successo in città – e non solo! – hanno esaltato la voglia di voltare pagina ed il culto della persona, amplificato intorno a pochissimi slogan capaci di fare presa immediata sul pubblico. Invece, noi pensiamo che servano programmi di lungo respiro, che durino oltre le persone, e leader credibili, capaci di parlare alle persone e di realizzare i sogni.

Allora, per costruire davvero qualcosa che non venga rivoltato alla prossima tornata elettorale, vorremmo fare chiarezza su come immaginiamo il futuro di Torino, dando così forma a molti pensieri spesso scambiati con persone che condividono lo scoramento di fronte al declino della città, ma non vogliono arrendersi. Abbiamo scelto di dare forma al sogno per Torino non soltanto scrivendo post sui social media o partecipando a discussioni (indispensabili, per carità!), ma provando a cimentarci con lo spessore di un libro ed assumendoci i rischi della carta stampata.

In questo modo, mentre da più parti si invoca la necessità di elaborare un progetto sul futuro di Torino, speriamo di dare un contributo affinché le discussioni possano partire da una base delineata, anziché dall’ennesimo tavolo arrangiato per il brainstorming. Ci auguriamo che la visione esposta nelle prossime pagine possa essere condivisa, confutata e, soprattutto, arricchita con l’esperienza di molti altri per arrivare a veri e propri programmi di intervento sulla città.

Mentre stavamo completando la stesura di questo lavoro ed una serie di colloqui con persone attive in città, siamo precipitati nel pieno dell’emergenza Coronavirus, così di colpo è diventato difficile ragionare in modo lineare. Ora, con il progressivo calmarsi delle acque, terminiamo questo scritto ben consce che le variabili in gioco sono in parte cambiate, alcune confermando ancor di più la necessità di cambiamento già sottolineata, altre cariche di incertezza e sorprese di fronte alle quali dovremo mantenere la mente il più aperta possibile.

Abbiamo suddiviso il testo in quattro parti:

  1. “Tra passato e futuro” ritrae la città con la sua storia e carattere, lo stato attuale e l’ambito allargato dal quale Torino deve iniziare a disegnare il suo futuro;
  2. “Valori da cui ripartire” tratteggia i valori fondamentali che, secondo noi, dovranno guidare la rivoluzione culturale necessaria per il rilancio della città;
  3. “Torino 4.0” immagina gli assi di sviluppo della città nel prossimo decennio, descrive i cambiamenti che vorremo vedere nel tessuto urbano e i modi che la città dovrebbe assumere per tornare a crescere;
  4. “La parola ai Torinesi” raccoglie alcune proposte e spunti di intervento da parte di Torinesi che hanno a cuore la ripartenza del nostro territorio.

Sullo stato attuale e sulle prospettive future della nostra città esistono autorevoli studi (alcuni sono elencati nella bibliografia), ai quali non vogliamo in alcun modo sostituirci. Anzi, siamo partite proprio dai dati e dalle considerazioni lì riportate per descrivere e condividere qui idee per il futuro di Torino in modo semplice e colloquiale, che possa essere condiviso con un pubblico ampio, fatto anche di persone meno avvezze alle statistiche.

Con questo libro vorremmo dare un contributo alle molte discussioni che fervono in città tra tutti coloro che hanno a cuore il destino di Torino e vogliono contribuire a costruirlo. Vorremo ascoltare molte voci e sostenere progetti concreti che arrivino in tutte le case, soprattutto dove c’è più bisogno di recuperare speranza.

Rilanciare la città non sarà una passeggiata e non vogliamo certo proporre soluzioni semplici a problemi complessi. Tuttavia, siamo persone pragmatiche, professioniste abituate a affrontare le situazioni non solo attraverso specifiche competenze (essenziali, peraltro!), ma anche attingendo a forti dosi di buonsenso. Siamo innamorate della storia della nostra città e vogliamo vederla riprendere il cammino che l’ha portata da Augusta dei Taurini ad essere la capitale del Ducato di Savoia, poi del Regno d’Italia e protagonista della rivoluzione industriale.

Crediamo che anche questa volta Torino, con un grande scatto di orgoglio, abbia la possibilità di riconquistare un posto di primo piano nel mondo. Così, contrariamente alle misurate abitudini piemontesi, almeno questa volta vogliamo dire: “Esageruma!”

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