Torino 4.0, una città di atomi e di bit al servizio delle persone

Come in passato Torino ha saputo cogliere le opportunità della rivoluzione industriale diventando laboratorio e cuore ruggente della neonata industria automobilistica e non solo, oggi la città deve saper cavalcare i cambiamenti globali con la stessa determinazione.

Torino deve sapersi trasformare e tornare a brillare nel panorama non solo italiano ma globale, puntando sui suoi punti di forza per raccogliere e superare le principali sfide del nostro tempo: la rivoluzione digitale, l’ambiente e la riduzione delle diseguaglianze.

TORINO INVENTA

I Torinesi adorano affrontare problemi difficili e affrontare sfide impossibili, come dimostrano le molte invenzioni made in Turin. Nel nostro DNA c’è abbastanza fantasia per immaginare cose nuove e c’è abbastanza caparbietà per mettersi a realizzarle davvero.

Torino ha i numeri per diventare il luogo dove intelligenza umana ed intelligenza artificiale si incontrano per inventare ed esportare soluzioni nuove che migliorino la sostenibilità e la qualità della vita dei cittadini.

Gli atenei non devono limitarsi a sfornare laureati, ma possono diventare essi stessi fattori attrattivi per la città. Occorre migliorare le collaborazioni di ricerca istituzionale anche con aziende medio-piccole. Le start-up sono un po’ come il sale del sistema industriale. Hanno bisogno non solo di metri quadri e di eventi, ma devono essere ben collegate al tessuto produttivo delle industrie del territorio.

TORINO LAVORA

Senza industria un territorio come quello torinese non va da nessuna parte. Infatti, le materie prime non abbondano da queste parti e così già nel passato gli abitanti si sono ingegnati a trasformare materiali acquistati altrove in oggetti appetibili sul mercato, le automobili ad esempio.

Oggi il futuro industriale dell’area metropolitana torinese non si gioca più sulla sola produzione di automobili, ma piuttosto sull’intero ciclo produttivo della mobilità, che integra i mezzi di trasporto con i servizi ad alto valore aggiunto. Per lo sviluppo economico del territorio gli interventi sulle infrastrutture sono vitali e indispensabili: treni ad alta velocità, collegamenti con la Città Metropolitana, trasporto locale, aeroporto, rete dati.

A Torino, poi, non c’è solo industria: anche commercio, professioni e artigianato sono essenziali per la comunità cittadina. Le piccole attività possono prosperare se puntano su un tocco personalizzato che non si trova su Internet e se sono capaci di fare rete collaborando tra di loro.

TORINO PIACE

Nel secolo scorso Torino era universalmente nota come la città della Fiat, una specie di Detroit trapiantata in Italia. La città era grigia e austera, senza distrazioni dal lavoro né esuberanza alcuna. Poi sono venute le Olimpiadi ed abbiamo tutti scoperto che i turisti potevano arrivare anche qui. Eppure, come mai la nostra città, così ricca di meraviglie, è ancora poco conosciuta e apprezzata?

La cultura non è soltanto conservazione e mostra dei fasti del passato, ma deve alimentarsi di iniziative nuove. Non è soltanto recupero dei luoghi aulici, ma bellezza in ogni angolo della città. Dobbiamo aumentare la qualità dell’accoglienza turistica anche nei confronti degli stranieri ed imparare a raccontarci meglio, offrendo esperienze uniche e grandi eventi in tutto il territorio.

Lavorare per la bellezza significa prima di tutto combattere il degrado urbano. Infatti, per realizzare grandi sogni e progetti importanti bisogna cominciare a creare un ambiente ben curato: solo con la casa pulita e i vestiti in ordine si può affrontare qualunque situazione.

TORINO FUNZIONA

Per diventare una città modello, oltre alle indispensabili infrastrutture, occorrono servizi progettati per rendere semplice la vita dei cittadini e delle imprese che scelgono di aprire qui la loro sede, considerando le esigenze specifiche delle comunità e delle singole persone.

Per ridurre la burocrazia non basta usare di più il computer, ma bisogna rendere semplici le procedure. Poi bisogna allestire punti di presenza sul territorio, accessibili a tutti, per erogare servizi essenziali ai cittadini. La buona salute richiede non solo competenza medica e organizzazione dei grandi ospedali, ma anche educazione sanitaria e punti di assistenza ambulatoriale in tutti i quartieri per le cure più comuni.

Torino deve facilitare l’accesso all’istruzione con programmi personalizzati di sostegno agli studenti, favorire la formazione continua degli adulti e diventare capitale dell’inclusione digitale, in cui tutti i cittadini sappiano utilizzare consapevolmente le tecnologie per aumentare il benessere personale e collettivo.

TORINO CITTÀ APERTA

Una città aperta non si limita a fornire servizi adeguati a varie fasce di popolazione, ma fa sì che persone diverse si incontrino e si conoscano. Una città aperta cerca di evitare che esistano quartieri chiusi in sé stessi, popolati da persone troppo simili tra loro, perché questo schema incentiva la paura e l’odio verso il diverso.

Torinese è chi ha scelto di vivere a Torino, non importa dove è nato o il colore della sua pelle. L’identità locale è forte e si può arricchire ancora con il contributo di chi viene da altrove, come già avvenuto in passato. Tuttavia, per prevenire e combattere l’insorgere di tensioni sociali, l’integrazione dei nuovi arrivati deve essere affrontata in modo organizzato, senza trascurare il legittimo bisogno di sicurezza degli altri.

Torino è città di santi operosi ed ha una lunga tradizione nell’assistenza ai bisognosi, pertanto è essenziale la collaborazione con gli enti del terzo settore che conoscono da vicino le singole realtà. È importante coordinare bene gli sforzi, non procedere in ordine sparso.

I VALORI DA CUI RIPARTIRE

La città come comunità di persone che esprimono bisogni e speranze.

Gran Torino: non solo il Comune, ma tutta l’area metropolitana.

Torino cuore dell’Europa: sì alla TAV e a tutte le forme di collegamento.

Competenza e merito per gli incarichi pubblici e per riattivare l’ascensore sociale.

La rivoluzione gentile: confrontarsi e dialogare con rispetto, perché non c’è tempo per le polemiche.

Una nuova pace sociale: collaborazione virtuosa tra pubblico, privato e terzo settore.

Umanesimo digitale dove le competenze tecniche e i saperi umanistici si riuniscono.

Viva la politica!

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